Come
molti sanno, fin da piccolo, accanto all’amore per i libri, ho coltivato
quello per i giochi. Siccome ero timido e sfuggivo ai contatti con i miei
coetanei, ancora infante costruivo tornei in solitario disegnando e ritagliando
squadre di calcio, sterminavo eserciti in estenuanti assedi con i miei
soldatini (che di lì a pochi anni avrei imparato a dipingere), stravolgevo le
regole dei giochi che mi regalavano per adattarli alle mie fantasie. Di gioco
in gioco prendevo confidenza con meccanismi sempre più complessi, fino ad
approdare, intorno ai 12 anni, ai primi boardgame che arrivavano in Italia (il
primo fu Normandy, dell’americana Simulation Publication).
Adolescente, non smisi di giocare da solo, ma cominciai a contagiare alcuni
amici che avevano preso a frequentare la mia casa. Gli ultimi anni del liceo
furono dedicati, invece che allo studio, a interminabili tornei di Subbuteo,
sfide a Speed Circuit e partite di Pulce. Non smettevo, comunque,
di inventare giochi, quei giochi che mi hanno accompagnato e consolato fino ad
oggi e che mi hanno permesso di salvaguardare un ampio margine di infanzia e,
forse, di infantilismo. Se, come scrive Antoine de Saint Exupery, tutti i
grandi sono stati bambini ma pochi se lo ricordano, io non ho neanche bisogno
di ricordarmelo perché bambino lo sono sempre rimasto.
Ma
vengo adesso a raccontarvi dell’ultima (per ora) tappa della mia ludofilia.
Nella
primavera del 2014 ero alla ricerca di una consulenza archeologica nell’ambito
degli studi che accompagnavano la stesura del primo libro degli Annali di
Zaruby. Mi sovvenne che uno dei miei brillanti allievi di molti anni
prima si era laureato in archeologia e che poteva fornirmi lui le informazioni
di cui avevo bisogno. Rintracciato tramite Linkedin, ci incontrammo e, fra un
discorso e l’altro, ci capitò di parlare del progetto dei Musei Civici di
Brescia di elaborare un gioco storico da vendere nei loro bookshop. La
fulminazione fu reciproca.
L’impresa
ci avrebbe dato filo da torcere per quasi tre anni, anche perché si trattava,
ovviamente, di compierla nel tempo che i nostri doveri ci lasciavano.
Alla
fine, però, è nata ItAlea, l'azienda che, partendo dai miei progetti,
produce giochi di società caratterizzati da legame con la tradizione,
semplicità, giocabilità, eleganza e una superba grafica.
Ad oggi ItAlea presenta nove giochi, tutti disegnati da me e realizzati graficamente da Matteo Annibaletto.:
·
Arena, sui combattimenti gladiatori
· Quadrigae, sulle corse dei carri nel Circo Massimo
· Terzo Tempo, sul rugby
· 4 3 3, sul calcio
· UH!, un gioco di carte ispirato al Machiavelli primitivo
· 3 giochi della serie Botton (F1, GP, Cyclo), gare con i bottoni
· Poolce!, il classico gioco della pulce rivisitato
Su questo blog proporrò una serie di articoli di presentazione, commento e invito alla prova dei giochi ItAlea. Ulteriori immagini e informazioni sono disponibili sul sito www.italea.it.
· Quadrigae, sulle corse dei carri nel Circo Massimo
· Terzo Tempo, sul rugby
· 4 3 3, sul calcio
· UH!, un gioco di carte ispirato al Machiavelli primitivo
· 3 giochi della serie Botton (F1, GP, Cyclo), gare con i bottoni
· Poolce!, il classico gioco della pulce rivisitato
Su questo blog proporrò una serie di articoli di presentazione, commento e invito alla prova dei giochi ItAlea. Ulteriori immagini e informazioni sono disponibili sul sito www.italea.it.
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